Biovitae vince il premio ClimateXHealth per la decarbonizzazione delle strutture sanitarie pubbliche
Biovitae è stata inserita tra le prime tre innovazioni per la categoria Decarbonizzazione delle Strutture…
Come riportato nel Rapporto ISS COVID-19 n. 25/2020 – Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19: superfici, ambienti interni e abbigliamento, la radiazione UV-C ha la capacità di modificare il DNA o l’RNA dei microorganismi, impedendo loro di riprodursi e, quindi, di essere dannosi. Per tale motivo viene utilizzata in diverse applicazioni, quali la disinfezione di alimenti, acqua e aria.
Va tuttavia segnalato il caso di talune lampade UV, in vendita su canali on line, che vantano poteri sterilizzanti nei confronti di virus e batteri, ma non emettono raggi UV-C e risultano, quindi, inefficaci; altre lampade emanano dosi di raggi UV-A, UV-B, UV-C non conformi alle norme europee e, quindi, sono potenzialmente nocive per la salute.
L’allerta giunge dal rapporto RAPEX del 10 luglio (Sistema comunitario di informazione rapida sui prodotti non alimentari) e riguarda diversi prodotti commercializzati on line ai quali viene attribuito un livello di allerta e rischio serio.
Secondo il rapporto diversi prodotti esaminati non emettono radiazioni UV-C. Di conseguenza, potrebbero non uccidere batteri o virus che, quindi, potrebbero raggiungere l’utente aumentando il rischio di infezione.
Il rapporto evidenzia, anche, rischi per la salute dovuti a dosaggi di raggi UV-A, UV-B, UV-C non conformi alla norma europea UN62471. Questo espone un utente che si trovi nelle immediate vicinanze del prodotto a una dose non sicura di radiazioni UV agli occhi o alla pelle, aumentando il rischio di gravi lesioni o cancro.
Oltre ad essere inefficaci contro il coronavirus e a presentare rischi per la salute, i prodotti segnalati, vantando attività sterilizzante nei confronti di virus e batteri, possono indurre nelle persone che li utilizzano un falso senso di sicurezza, potenzialmente pericoloso.
FONTE: Ministero della Salute